Lo scontro di Garibaldi in Parlamento

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Giuseppe Garibaldi partecipò alla seduta comune del Parlamento, dove accusò il governo «...Quando per l’amore della concordia, l’orrore di una guerra fratricida, provocata da questo stesso Ministero...».

Il 18 aprile 1861, all’interno della sala di palazzo Carignano, il giovane parlamento italiano, riunito in seduta comune, vive il suo primo vero momento di tensione. La discussione verte sul destino dei garibaldini, i protagonisti della conquista dell’Italia meridionale: arruolarli nell’esercito regolare o rispedirli a casa con una pacca sulla spalla e un compenso simbolico. Dopo il discorso di un’audace Nino Bixio, il quale cerca di calmare gli animi, la seduta si chiude con un nulla di fatto. Il 23 aprile, Garibaldi, dopo un incontro con Vittorio Emanuele II e il Capo di Stato Maggiore, torna a Caprera confidando nelle “capacità superiori” e in una nuova chiamata alle armi di Cavour.